E se la pandemia avesse colpito anche il digitale?
Lo smart-working e il sostanziale aumento dei dispositivi connessi in rete hanno reso vita facile ai cybercriminali concentrando gli attacchi sulle “debolezze” dei singoli dipendenti trasformandole in facili varchi di accesso verso il cuore delle reti aziendali.
Il “Rapporto Clusit 2021” rileva come a livello globale siano stati 1.871 gli attacchi gravi facendo salire l’indice del 12% rispetto all’anno precedente e addirittura del 66% il numero degli attacchi gravi rispetto al 2017.
Gli investimenti legati all’evoluzione tecnologica fanno da traino ad innumerevoli vantaggi produttivi in termini di efficienza, flessibilità e velocità di risposta al mercato per una maggiore competitività delle imprese grazie alle tecnologie digitali.
Oltre ai benefici vanno però seriamente considerati anche i rischi. La sicurezza dei sistemi informatici e la protezione dei dati passano dalla comprensione di ciò che, attraversando il perimetro esterno, transita all’interno della nostra rete reso meno evidente dalle nuove soluzioni applicative in cloud.
La conseguenza di un data breach è, oltre ad una perdita di credibilità, un’elevata perdita economica derivata dalla mancata produttività e dai costi sostenuti per la risoluzione del problema.
Riconosciuta e certificata come PMI Innovativa nel panorama nazionale, il gruppo DINETS investe importanti risorse in ricerca e formazione sviluppando soluzioni ad-hoc a protezione delle infrastrutture tecnologiche.
Partendo dall’identificazione dei problemi, affianca il cliente nella creazione, gestione ed analisi delle infrastrutture per prevenire e contrastare le minacce.
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